Valutazione dei danni polmonari da Long-Covid e nuove indicazioni terapeutiche: al Cems è disponibile una delle poche postazioni diagnostiche in grado di individuare e di valutare l’entità dei danni polmonari in pazienti infettati dal virus SARS-CoV2 nei quali persiste, anche dopo la cosiddetta “guarigione clinica”, mancanza di respiro, variamente accompagnata ad alterazioni della frequenza cardiaca.
Abbiamo intervistato il Dr. Roberto Walter Dal Negro — uno dei massimi esperti italiani in ambito pneumologico, attualmente Responsabile del servizio di Pneumologia presso il CEMS, già direttore della U.O.C. di pneumologia e del dipartimento di Medicina Specialistica dell’ULSS 22 Regione Veneto —autore di due recenti pubblicazioni scientifiche internazionali sui primi risultati diagnostici e sulla possibilità di intervenire farmacologicamente al fine di correggere tali alterazioni degli scambi gassosi indotti dal Covid-19.
— Dr. Dal Negro: Purtroppo sono ancora pochissime le postazioni diagnostiche di questo genere: noi siamo stati i primi a dotarcene e tutt’ora siamo fra i 2-3 in Italia. L’utilizzo richiede competenze altamente specialistiche e significativi investimenti economici. Per il paziente si tratta di una metodologia non invasiva e di facile esecuzione.
Una nostra recentissima pubblicazione scientifica internazionale (settembre 2022) ha dimostrato l’esistenza di difetti vascolari residui a livello polmonare, altrimenti negletti perché non visibili in alcun altro modo. I dati di questo studio sono stati assunti dalle linee guida della Società Europea di Pneumologia. Questi recentissimi risultati, i primi nella letteratura internazionale, hanno aperto un nuova finestra sulla patologia da COVID, in particolare sul Long-COVID. Ciò è importantissimo al fine di poter intervenire con terapie mirate ed idonee in questo genere di pazienti.
— Dr. Dal Negro: No, questo tipo di lesioni non sono radiologicamente dimostrabili con RX torace o TAC torace nella fase post-Covid, né rilevabili con i comuni metodi d’indagine cardiologica e polmonare.
Il virus SARS-CoV2 riconosce il polmone profondo come sede principale della sua aggressività. E sappiamo che danni polmonari nei pazienti post Covid-19, non raramente, consistono in lesioni persistenti a carico degli alveoli e del micro-circolo polmonare. In questi casi, la persistenza di dispnea (fatica a respirare) e/o di tachicardia anche a seguito di sforzi modesti è il segnale più indicativo che riflette una funzione cardio-respiratoria non più efficiente.
Quello che abbiamo scoperto è che è necessario eseguire dei test respiratori ultra-specialistici in grado di valutare l’eventuale esistenza di alterazioni degli scambi gassosi respiratori e discriminarne la loro origine anatomo-funzionale.
— Dr. Dal Negro: Una seconda nostra pubblicazione internazionale (novembre 2022) ha dimostrato la possibilità di intervenire farmacologicamente al fine di correggere tali alterazioni degli scambi gassosi indotti dal Covid-19 nel paziente long-covid, non ospedalizzato, esterno. Una “vecchia” molecola presente in un farmaco anti-ipertensivo, grazie alla capacità di influire sul circolo capillare polmonare si sta dimostrando efficace nel ridurre fino all’80% la dispnea, in tempi tra l’altro brevi. Possiamo dire, con orgoglio, che ci è stato attribuito il merito di aver aperto per primi una finestra sulle cause e sulla cura della dispnea nel Long-Covid.